ANTEPRIMA DI HALO 4 di Blogger1
Quest'anno, 343 Industries si occuperà della produzione della rinascita del nostro beniamino Master Chief.
In questo nuovo capitolo, si ritrova con Cortana disperso nello spazio, a bordo dell’Aurora Nascente. Cortana sveglia Master Chief dal sonno criogenico perchè la nave è stata attaccata, ovviamente dai Covenant, che però vengono risucchiati insieme alla navicella sul pianeta Requiem. Una volta sul pianeta, il nostro eroe assisterà allo schianto dell’UNSC Infinity, la nave adibita alla sua ricerca, e conoscerà i nuovi nemici: i Prometei, un gruppo di Precursori guidati dal Didatta. Il capitano Chief, sarà costretto ad affrontare i nuovi nemici per scoprire la verità sui Precursori e il Requiem.
Cominciamo dalla piacevole novità dell Spartan Ops, una modalità cooperativa da quattro persone, e che viene considerata come un prosecuo della campagna principale, siccome ambientata poco dopo la fine di questa. Visto lo scarso spazio di tempo dalla fine dell'avventura principale, il tutto sarà diviso in episodi, composti a sua volta da 5 capitoli l'uno. Ogni episodio verrà rilasciato ogni settimana, e sarà totalmente gratuito. In questa modalità userete il vostro Spartan, che grazie all’esperienza che otterrete potrà salire di livello e sbloccare nuovi equipaggiamenti.
Lascia sicuramente tutti allibiti di fronte allo straordinario comparto grafico, frutto di un lavoro certosino da parte di 343 Industries, che conferisce alla produzione dettagli, texture e definizioni dei colori impressionanti. Sicuramente superiori rispetto agli altri capitoli della serie. Da sottolineare specialmente il comparto sonoro, di altissima qualità per la riproduzione del suono delle varie armi, che cambia addirittura a seconda del luogo in cui ci si trova.
Ovviamente, Halo 4 avrà il grande multiplayer tanto apprezzato nei precedenti capitoli, ma i cambiamenti saranno alquanto importanti. Ci sarà la possibilità di creare delle classi alla Call of Duty; con arma primaria, secondaria e granate. La personalizzazione del proprio Spartan è aumentata in maniera esponenziale, sarà possibile modificare ogni singola parte del proprio alter ego con una vasta gamma di pezzi tra cui scegliere per creare uno Spartan unico.
A livello di gameplay, anche lì qualcosa è cambiato. Dopo un certo numero di uccisioni si possono richiedere approvigionamenti, contenenti ricompense, armi, granate o potenziamenti. Le nuove modalità saranno il Regicidio, ovvero una modalità tutti contro tutti, e poi Infezione, dove si potrà addirittura impersonare un Flood!
Le premesse purchè salti fuori un videogioco di alta categoria ci sono tutte, e sono anche state superate dal lavoro straordinario di 343 Industries, che si prepara a battere i record di vendite dei precedenti capitoli.
mercoledì 11 luglio 2012
L'OPINIONE di Blogger1
Pro Evolution Soccer: Seabass; o si cambia, oppure la fine è vicina
Con l'avvento delle due console di Microsoft e Sony, rispettivamente Xbox 360 e PS3, le simulazioni calcistiche virtuali hanno seguito due strade ben diverse. La serie di Shingo "Seabass" Takatsuka, ovvero PES, che regnava incontrastata durante l'era della PS2, ha deciso di proseguire con il suo stile molto arcade che le ha permesso di affermarsi come numero 1 nel tempo. Così, in seguito allo straordinario PES 6, seguì su Playstation 3 ed XBOX 360 il primo capitolo di una nuova era della serie; il capitolo più buio di sempre...
Il motore grafico si rivelò estremamente scadente, le animazioni dei giocatori non erano fluide ed allo stesso tempo realistiche come quelle su Playstation 2, ed inoltre le licenze presenti all'interno del videogioco erano molto scarse. Così, l'eterno nemico, FIFA, che mai aveva dato l'impressione di poter superare la serie di Seabass sulla seconda generazione di console Sony, giunge al passo successivo più in forma che mai, surclassando PES su tutti i fronti...
Negli anni successivi, il team di sviluppo di Pro Evolution Soccer, ovvero Halifax, ha sempre annunciato il proprio titolo come se stesse creando qualcosa di incredibile; mentre invece il risultato del prodotto era sempre lo stesso, la serie non riusciva ad ingranare, e perlopiù FIFA compieva passi da gigante in tutti i sensi.
PES 2009: Pollice giù
PES 2010: Due Pollici giù
PES 2011: Pollice giù
PES 2012: Pollice giù
PES 2013: ?
Basti pensare che dal lontano ottobre 2006, anno durante il quale Pro Evolution Soccer 6 segnava un gol da ben 8 milioni di copie, è sceso a tal punto che nel 2011-2012 FIFA 12 ha registrato 6,8 milioni di copie vendute in più rispetto a PES.
Quest'anno, come al solito, con l'unica differenza che la critica sta particolarmente apprezzando il gioco (qualcosa di davvero insolito), Halifax annuncia un ritorno alle origini: nuove animazioni che riproducono perfettamente le controparti reali (qualcosa di simile al Personality + visto su FIFA 11), un controllo di tocco totale, il tiro manuale e nuovi dribbling.
In sostanza il solito.
Ora, abbiamo visto un livello di produzione nella serie comandata Rutter semplicemente straordinario, difficilmente eguagliabile; e ad un certo punto Konami presenta ad una fiera di caratura mondiale come l'E3, il gameplay della sua serie calcistica di punta:
Iniesta, sembra un'automa venuto da un'altro pianeta, le animazioni dei passaggi e dei lanci non eguagliano nemmeno quelle di Pure Football (senza offesa), ed inoltre, come al solito, i calciatori non prendono a calci un pallone, ma una manciata di mosche; e la palla, come per magia, si scaglia a tutta velocità verso un portiere che farebbe bene a togliersi le lenti a contatto e a mettersi direttamente gli occhiali.
Mi piacerebbe dire che la serie di Konami in questa generazione raggiungerà FIFA, ma essendo realisti, e verificando il lavoro fatto finora dal team di Halifax, altro che gli occhiali bisognerebbe mettere per vedere una sola azione di Pro Evolution Soccer...
Treyarch: why? di Blogger1
Chiunque sa che ormai Activision porta avanti il suo brand multimilionario,Call of Duty, grazie all’alternarsi di due software house estremamente blasonate. Quest’anno abbiamo assistito all’approdo su console di Call of Duty: Modern Warfare 3, che riprende la storica saga di Modern Warfare e ci propone un’ ipotetica Terza Guerra Mondiale cominciata grazie al folle antagonista della serie Makarov. Questo capitolo della serie non ha estremamente esaltato, siccome sembrava una copia del secondo capitolo, con un’ulteriore pulizia delle texture di gioco ed una trama nuova, retta dalla solita interfaccia di gioco, che riflette benissimo il detto “Squadra che vince non si cambia”. Certamente non bisogna dimenticare che nonostante le poche novità, la formula presentataci da Infinity Ward regge benissimo il confronto con gli altri capitoli della saga, consentendoci svariate ore di divertimento.
Ma tornando al discorso delle software house; dal punto di vista tattico e grafico, i giochi della casa Treyarch, sono sempre risultati più scadenti sotto questi punti di vista. Questi, hanno sempre deciso di puntare su un aspetto più arcade della saga, attirando nuove categorie di pubblico, ma a sua volta perdendone altre. Gli FPS quali Call of Duty in primis, nonostante risentissero molto della componente arcade, hanno sempre cercato di mantenere quel minimo di richiamo alla realtà che ha contraddistinto la saga durante gli ultimi anni.
Treyarch, quest’anno, ha deciso di giocarsi il tutto per tutto. Tenta un passaggio dalla guerra fredda degli anni ’80-90, ad un’ipotetico futuro, situato nel 2025, durante il quale le apparecchiature tecnologiche si sono ribellate agli uomini; ed un gruppo di hacker (Anonymous?), rappresenta il nemico. A questo punto, per quale motivo stravolgere una solida serie, che ha saputo affermarsi negli anni proprio grazie ai cardini che Treyarch è andata a spezzare?
Il Vicepresidente di Produzione, crede che il vertiginoso passaggio temporale dall’era dei fucili d’assalto Commando, ad una squadra di droni controllata dallo stesso giocatore, sia qualcosa di stupefacente. Noi aggiungiamo Nauseante. Soprattutto quando ti trovi davanti agli occhi il solito, polveroso ed inefficace motore grafico, tipico di Treyarch. Oltre a questo, il solo pensare di riempire di proiettili una macchina sferragliante, con un’arma totalmente inventata, magari dotata di qualche gadget al di fuori dalla norma; mi riconduce alla memoria una valanga di giochi, ma non affatto la saga di Call of Duty. Milioni di videogiocatori si riconoscono perfettamente nella solita veste della saga, quindi perchè avventurarsi in un genere che non appartiene allo storico di un brand come Call of Duty. A mio parere, per intraprendere un genere nuovo, bisogna prima dedicarci molto più tempo di quanto la software house ci ha impiegato. Ovvero un anno, un misero lasso di tempo che ci regalerà una novità non collaudata a dovere, che però, come al solito, conquisterà un’ulteriore record di vendite grazie alla scritta sulla copertina.
Concludo dicendo che: ” Chi lascia la vecchia strada per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova…”
Ma tornando al discorso delle software house; dal punto di vista tattico e grafico, i giochi della casa Treyarch, sono sempre risultati più scadenti sotto questi punti di vista. Questi, hanno sempre deciso di puntare su un aspetto più arcade della saga, attirando nuove categorie di pubblico, ma a sua volta perdendone altre. Gli FPS quali Call of Duty in primis, nonostante risentissero molto della componente arcade, hanno sempre cercato di mantenere quel minimo di richiamo alla realtà che ha contraddistinto la saga durante gli ultimi anni.
Treyarch, quest’anno, ha deciso di giocarsi il tutto per tutto. Tenta un passaggio dalla guerra fredda degli anni ’80-90, ad un’ipotetico futuro, situato nel 2025, durante il quale le apparecchiature tecnologiche si sono ribellate agli uomini; ed un gruppo di hacker (Anonymous?), rappresenta il nemico. A questo punto, per quale motivo stravolgere una solida serie, che ha saputo affermarsi negli anni proprio grazie ai cardini che Treyarch è andata a spezzare?
Il Vicepresidente di Produzione, crede che il vertiginoso passaggio temporale dall’era dei fucili d’assalto Commando, ad una squadra di droni controllata dallo stesso giocatore, sia qualcosa di stupefacente. Noi aggiungiamo Nauseante. Soprattutto quando ti trovi davanti agli occhi il solito, polveroso ed inefficace motore grafico, tipico di Treyarch. Oltre a questo, il solo pensare di riempire di proiettili una macchina sferragliante, con un’arma totalmente inventata, magari dotata di qualche gadget al di fuori dalla norma; mi riconduce alla memoria una valanga di giochi, ma non affatto la saga di Call of Duty. Milioni di videogiocatori si riconoscono perfettamente nella solita veste della saga, quindi perchè avventurarsi in un genere che non appartiene allo storico di un brand come Call of Duty. A mio parere, per intraprendere un genere nuovo, bisogna prima dedicarci molto più tempo di quanto la software house ci ha impiegato. Ovvero un anno, un misero lasso di tempo che ci regalerà una novità non collaudata a dovere, che però, come al solito, conquisterà un’ulteriore record di vendite grazie alla scritta sulla copertina.
Concludo dicendo che: ” Chi lascia la vecchia strada per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova…”